Ravenna – Melilla solo andata

di Sara Creta

 

Sara e Martina, laureate  in Cooperazione Internazionale, raccontano come la loro passione per la difesa dei diritti umani le abbia fatte incontrare e portate in Marocco, a Melilla, dove ora, grazie a una borsa Leonardo, collaborano con l’ong Prodein.

Sara e Martina a Melilla

Sara e Martina a Melilla

Da Ravenna all’Africa, viaggio di solo andata. Dalla laurea magistrale alla progettazione culturale. Martina 27 anni, adottata dalla penisola iberica dove ha iniziato a viaggiare nel 2008 con il progetto Erasmus, da Valencia a Barcellona dove oggi coordina la produzione artistica di Cine Migrante, festival cinematografico dedicato alle migrazioni.

Martina, da nomade e viaggiatrice ha vissuto tra le città spagnole di Barcelona, Jeretz della Frontera, Siviglia, Granada e oggi in rotta verso il sud del mediterraneo, a Melilla, dove il cuore africano della Spagna pulsa nello stretto. In equilibrio tra l’Africa e l’Europa, dove le culture e le civiltà si mescolano e vibrano degli incontri casuali e delle coincidenze, la città spagnola di Melilla ha raccolto altre esperienze di mobilità umana.

C’è anche Sara, un’altra italiana oltre confine, che con una borsa Erasmus Mundus ha concluso la laurea magistrale in cooperazione internazionale all’Università di Fes. A Melilla Sara si è specializzata sul complesso dispositivo di controllo della frontiera. Melilla, luogo di forte migrazione e transito è stata oggetto di diversi articoli, reportage, documentari e progetti di denuncia che Sara ha realizzato negli ultimi tre anni, alcuni dei quali si possono leggere anche su Repubblica.it.

Fatalità di storie analoghe e d’ideali, avventure condivise e testimonianze, che si sono incontrate nella sponda sud del mediterraneo. A Melilla, enclave spagnola sulla costa nord del Marocco, Sara e Martina stanno terminando una periodo di ricerca e formazione finanziato dalla borsa Leonardo in collaborazione con il centro Educazione all’Europa di Ravenna.

Collaborano con l’ong Prodein, una macchina di denunce che dall’angolo dell’Africa pubblica e segnala le pratiche illegali, le violazioni, gli abusi e le violenze delle forze di sicurezza. Una luce sempre accesa che illumina gli angoli bui del perimetro della frontiera; una barriera che protegge e lacera i tessuti. Mentre discutono con Jose Palazon – altro instancabile attivista e responsabile dell’organizzazione – raccolgono le storie d’infanzia violata di minori migranti alle porte d’Europa. Entrambe continuano a credere che questo incontro lontano da Ravenna non sia una coincidenza. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro.

di Sara Creta

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