L’antropologia come sguardo a ritroso

Palazzo Corradini, Aula Tumidei, via Mariani 5, Ravenna, ore 16.30

Seminario di antropologia culturale e sociale

Il passato che si può usare.
Attualità/inattualità del sapere antropologico

a cura di FRANCESCO REMOTTI, Università di Torino

È molto diffusa l’immagine dell’antropologia come uno “sguardo”, uno sguardo che spazia sulle culture e che quindi ha bisogno di porsi in una posizione di relativa estraneità: se non di superiorità. Claude Lévi-Strauss aveva intitolato un suo libro Le regard éloigné (Lo sguardo da lontano). Ma l’antropologia ha sempre anche amato avvicinarsi alle culture, viverle dall’interno, cogliendo il loro modo di “vedere il mondo” (Malinowski). Ciò che si vuole proporre è una combinazione di estraneità e di intimità: compito dell’antropologo è infatti quello di immergersi nel fiume di una cultura, ma per cogliere ciò che sta “a monte”. Occorre quindi risalire la corrente, adottando uno “sguardo a ritroso”, quasi in “opposizione” alla cultura che si cerca di capire e di fare dialogare con le altre culture.

 

Per info:  v.matera@unibo.it – crossi@fondazioneflaminia.it

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