Ingegnere a New York

di Michela Casadei

Da sempre affascinato dall’edilizia, soprattutto dai materiali utilizzati, Stefano Franceschelli, laureato in Ingegneria dei processi e dei sistemi edilizi, curriculum in Historic Buildings Rehabilitation Università di Bologna al Campus di Ravenna, ha avuto la possibilità di vivere un’esperienza di studio a New York nell’ambito dell’ International World Cultural Heritage studies in NYC summer programme.

A New York come ci sei arrivato?
A NYC sono arrivato per caso, individuando questa opportunità su facebook tra gli annunci dedicati al corso di laurea. Il progetto di NYC è durato in tutto quattro settimane, nelle prime due ho studiato le varie tecniche di restauro, consolidamento dei diversi materiali e la loro vulnerabilità sismica. Nelle restanti settimane ho lavorato a un progetto di riqualificazione strutturale e architettonica della Stazione degli autobus George Washington di New York, progettata dall’ Ing. Pier Luigi Nervi. Durante queste quattro settimane ho visitato laboratori e studi ingegneristici ed architettonici. Infine, nel tempo libero qualche giro per la città non è mancato: sono riuscito anche a vedere, con molta fortuna, il musical del The Lion King, oltre a divertirmi ai vari barbecue sul rooftop del palazzo dove alloggiavo!
Di NYC mi ha colpito l’insieme delle architetture presenti, in particolar modo i piccoli antichi edifici nascosti tra i grandi palazzi e grattacieli.

Su cosa hai lavorato a NY? Cosa hai trovato più interessante?
Sono molti gli argomenti che abbiamo avuto modo di affrontare. Per lo più relativi alle strutture murarie storiche, ai materiali usati, alla valutazione della sicurezza di edifici storici o della vulnerabilità sismica.
L’attività più interessante è stata lavorare alla riqualificazione della stazione degli autobus George Washington, poiché eravamo divisi in gruppi composti da ragazzi di diverse facoltà e background differenti. Visitare la stazione ci ha permesso di capire quali possono essere le difficoltà che si incontrano a livello progettuale e culturale dopo diversi anni dalla costruzione di quel tipo di stazione.

Come ti è sembrata questa esperienza? Hai pensato come sarebbe lavorare e vivere a Nyc?
E’ stata un’esperienza molto interessante e formativa, anche se forse potrebbe essere strutturata meglio inserendo la possibilità di un tirocinio. Questa esperienza mi ha comunque arricchito ulteriormente di conoscenze tecniche e culturali.
NYC a primo impatto è emozionante e suggestiva, però piano piano perde un po’ di “magia”. Lavorare a New York sarebbe un trampolino di lancio, ma essendo cresciuto in una piccola realtà, paesino di campagna, faccio fatica ad immaginarmi in una big city come questa, così frenetica e sempre di corsa.

Tu hai anche avuto una esperienza di studio in Cina a Shanghai. Ci spieghi quale?
In Cina, più precisamente a Shanghai ho svolto il secondo anno della magistrale, una double degree presso la Tongji University. Lì ho studiato materie di Ingegneria Civile e tecniche costruttive e di restauro di edifici cinesi. Inoltre, ho conseguito una tesi sperimentale studiando come i cicli di gelo e disgelo influenzano le proprietà fisiche e meccaniche dei mattoni antichi grigi cinesi, utilizzando i laboratori presenti all’interno del campus. Gli esperimenti condotti hanno avuto la collaborazione di due relatori Yongin Tang (dell’Università di Tongji) ed Elisa Franzoni (dell’Università di Bologna) e i consigli di Paolo Clemente (Capo Laboratorio Prevenzione Rischi Naturali e Mitigazione Effetti Dirigente di ricerca), e sono stati condotti con l’aiuto del gruppo di ricerca degli studenti cinesi in particolare Sun Lee. Infine, la tesi si è svolta nei laboratori dei campus cinesi e italiani.

Che differenza c’è, parlando di conservazione di edifici storici, tra la cultura italiana, cinese e americana?
Credo che a livello di preparazione culturale e tecnica gli studenti italiani siano più formati e in più abbiamo la possibilità di studiare e lavorare all’estero. Molto è dettato dal fatto che siamo un paese che storicamente ha visto nascere e svilupparsi tanti stili architettonici e abbiamo una cultura che ci porta a conservare e non a distruggere. Nelle due grandi metropoli, Shanghai e NYC, molte volte questo non è possibile e si cerca di ricostruire copiando lo stile “storico e antico”. A parte NY non ho visitato altre città dell’America, ma ho visitato molti posti della Cina e i luoghi di interesse storico sono molto curati e ben conservati, i cinesi cercano di dar molto valore alla storia del loro Paese e di ciò che i loro edifici possono raccontare.

A quale attività-progetto vorresti lavorare in futuro? Dove e perché?
Bella domanda! Sicuramente mi piacerebbe tantissimo collaborare a progetti internazionali per la salvaguardia di siti storici! Tornare in Cina sarebbe bellissimo, ma anche occuparmi di restauri in Italia: ad esempio, per cominciare, la ristrutturazione della Rocca di Imola, la mia città, sarebbe speciale!

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