Quelli del Bixio 921

di Davide Labartino e Luca Montemaggi

Finito il liceo, un nuovo capitolo stava per iniziare e come ogni inizio portava con sé timori e sogni da realizzare. Oggi vi raccontiamo la nostra splendida esperienza universitaria a Ravenna dall’inizio.

Tutto è incominciato tre anni fa nella doppia di via Nino Bixio 92 (interno 1) che non abbiamo mai voluto abbandonare. Io e Luca capimmo di essere sulla stessa lunghezza d’onda quando, la prima mattina da coinquilini, la sigla di “Chi vuole essere milionario” ci svegliò (era la solita sveglia di Luca) e da una semplice risata ci sembrò di conoscerci da una vita.

Davide e Luca

Un nostro passatempo era quello di modificare il testo di alcune canzoni famose (a volte migliorandole) ed è incredibile pensare che a novembre, in un solo mese di convivenza, già avevamo partorito “Il 30 non c’è”, parodia di una canzone di Coez. Non che ci piaccia Coez, anzi, è nato più come un modo per ironizzare sia su un Indie allora dilagante, sia su noi stessi, neo-universitari non ancora marchiati dal voto.

Abbiamo avuto la fortuna di avere gli stessi gusti musicali: la musica anni ’80. Badate bene, per noi è una cosa seria, non si può prendere sottogamba. Questa nostra passione ci ha portati a collaborare con UniversiRà ad organizzare una serata Disco Dance anni ’80; i presenti ancora ricordano il folgorante ingresso dei tre GhostBusters (ci mancava il quarto).

Venne l’inverno e portò con sé la neve, ed è stata la prima e ultima volta che vedemmo Ravenna vestita di bianco; il Bixio con i suoi tetti e le sue mura alberate sembrava un villaggio di montagna. Eravamo soliti perderci nella nebbia per le strade della città, scoprendola scorcio per scorcio. Questo è il piacere del perdersi, ma è ancor più bello ritrovarsi. Piazza San Francesco è per noi il luogo più bello di Ravenna, poiché punto di ritrovo della nostra compagnia. Con il sole, ma soprattutto con la pioggia, il fine settimana ci dilettavamo sul campetto da calcio della chiesa di San Lorenzo in Cesarea: spesso ci ritrovavamo a giocare partite improbabili con dei ragazzini. Otto contro due. Mannaggia al fango, la VERA causa delle nostre sconfitte! Ma al di là dei nostri risultati facevamo comunque parte del Team di calcetto del CUSB Ravenna.

Team Cusb di calcetto

Non avremmo mai immaginato che il secondo anno ci avrebbe regalato non solo un nuovo coinquilino, ma anche un grande amico. Pengzhen, giunto dalla Cina per studiare un anno qui in Italia. Pen (come lo chiamavamo noi) era un ragazzo semplice, divertente ma soprattutto comprensivo nei confronti del nostro inglese. Sì, perché non poche sono state le difficoltà nell’esprimerci, ma un modo per capirci lo abbiamo sempre trovato. Da buoni italiani gli abbiamo fatto provare alcune specialità tipiche delle nostre terre, su tutte: orecchiette e piada. E anche lui, da buon cinese, ci ha insegnato a cucinare il riso alla cantonese (siamo realmente in grado di prepararlo).

Alla prova dei fornelli

È proprio dal cibo che Pen ha incominciato a conoscere l’italiano e noi a pronunciare alcune parole in cinese. Indimenticabili i suoi svarioni sulle parole “Uovo – Uomo”, nonché le nostre terrificanti pronunce del suo stesso nome. Si avvicinava l’estate e dunque lo spettro della sua partenza. Sembrava tutto finito, a quel punto l’idea malsana: una Puglia on the road su una Saxò del ’98 nell’ultima settimana della sua permanenza qui in Italia. Indelebili sono i ricordi di quei giorni, tra lacrime e la promessa di rincontrarci un giorno, abbiamo salutato Pen alla stazione di Barletta.

Davide, Luca e Pen in Puglia

Senza accorgercene era arrivato il terzo anno. Un anno che è iniziato con una promessa: fare i presentatori di AlmaFest 2019. E il 25 ottobre è stato così, siamo saliti sul palco dell’Almagià con l’intento di divertire e di divertirci. Vestiti da “Cowboy” abbiamo sfoderato il nostro cavallo di battaglia “Take me Home Roman’s Road”, canzone che parla di Ravenna e che siamo riusciti a far cantare all’intera folla. Momento memorabile. Per tutta la vicenda del periodo Covid-19, vi rimandiamo invece al nostro precedente pezzo.

Davide e Luca durante Almafest

Al termine di questi anni sentiamo il dovere di scrivere queste parole per i futuri inquilini di questa doppia, ma più in generale agli studenti:

le cose iniziano, finiscono, ma ricominciano. Siate creativi e vivete di passioni.

Siamo Davide e Luca, l’uno che ha lasciato la Puglia per inseguire il sogno dell’archeologia, l’altro riminese D.O.C. che cerca ancora la sua strada. Adesso ci apprestiamo ad incominciare un nuovo capitolo della nostra vita, con nuovi timori, stessi sogni, ma portando Ravenna con noi.

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