Brucia Troia Brucia & grazie Ravenna grazie

di Betül Mahmure Onaran

Un ultimo post di Betül, volontaria SVE (Servizio civile Volontario Europeo) di Ankara che è stata con noi un anno. Un ultimo post, il primo in italiano, con qualche errore, forse, ma sempre divertente e anche commovente.  Per salutarci, dopo che in questi mesi ci ha raccontato le sue avventure in the city e noi tutti ci siamo innamorati perdutamente di lei

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Un momento dello spettacolo ‘brucia Troia brucia’

Un ultimo articolo e un saluto con un abbraccio infinito…
Essere proprio a casa tua in un altro paese o concludere una vita mentre comincia la primavera potrebbero essere i concetti contro-intuitivi. Ma questa è la mia realtà e ve lo raccontavo da questo angolo di blog da un anno.

Dopo un anno pieno di divertimento, barriera linguistica, confusione, scoperto, montagne russe dei motivi, buon cibo, persone sia belle che troppo carine (insisto a sospettare di un complotto Truman Show), l’ora per la mia partenza è arrivata. *Entra una canzone tristissima*

 

Oserei dire che sono diventata un’italiana, anzi, una ravennate ad honorem grazie al fatto che, ormai dedico abbastanza tempo al discorso del cibo e delle sue ricette. Per esempio, stamattina parlavo della bellezza del Bursôn e perché ci porta questo sapore fortissimo e preciso in una maniera leggerissima, come una nuvola che manda un fulmine direttamente e delicatamente alle nostre papille gustative. Assaggiare le arance candite oppure il matrimonio tra la squacquerone e la rucola potrebbe essere più importante di maggior parte dei miei amici (scusatemi però è vero, cosa posso fare?!).

Grazie alla vita ravennate ora sono dipendente da una vita con la bici, la Stefi (la super coinquilina, la signora del forno, che cucina i piatti piemontesi impeccabili), la Alessandra (la signora del bastoncino perché sembra una bacchetta magica), la Anna (la pugliese con una capacità infinita per gestire sia un progetto artistico che una colpa di banca), la Sabri (papà sarda), la Elisa (mamma ravennate) e questo uso scorretto degli articoli con i nomi. Gli insegnanti italiani perdonatemi.

Eric Banana o Ettore: 

Un’altra bellezza nella mia vita era non-scuola/Teatro delle Albe (che è supportato dalla Fondazione Flaminia!). Alcuni occhi che stanno leggendo questo articolo forse hanno già assistito a ‘brucia Troia brucia’ ispirato da Troiane e Elena di Euripide, una struttura della guerra di Troia, delle conseguenze di questa (e se dobbiamo essere sinceri, di ogni) guerra e la sua dell’assurdità era trattata da un super gruppo. A parte dei testi di Euripide (che sarebbe stato fiero di noi), le improvvisazioni, le canzoni, l’ispirazione e lo sfinimento erano le nostre arme. Le nostre battute erano in italiano, arabo, francese, albanese, marocchino, greco, turco, inglese, nigeriano, marchigiano, romagnolo, romano, calabrese, toscano, pugliese, abruzzese e i temi erano abbastanza universali. Dall’antica città di Troia alla Troia moderna in Anatolia con le troiane che soffrivano, con i soldati, le canzone (sia commoventi sia volgare), le spade (meno una, che era ormai persa), GLIDDDDEIII, i turisti schifosi, con la storia e la nostra sincerità eravamo sul palco di Teatro Rasi. Si nota un po’ dell’assurdità? Sei commosso? No no; un acheo no, non piange.

E se UNO DI VOI non è andato a vedere il festival della non-scuola, devo dire che finirà al 9 aprile. Qui tutto il programma.

Non solo essere sul palcoscenico di questo mitico teatro ma anche essere con tutte le amiche e gli amici era un indescrivibile piacere, onore. A me anche piacerebbe rapire tutti voi ad Ankara, ma non volevo contribuire agli attuali conflitti internazionali.

“F*cking Italian tourists…” – Euripide, Le Troiane, p. 42, Flourish and Blotts, 2018

Una più educata avrebbe potuto concludere con una vera citazione di Dante invece di inventare delle finte righe per Euripide:

Era già l’ora che volge il disio
ai navicanti e ‘ntenerisce il core
lo dì ch’han detto ai dolci amici addio;
e che lo novo peregrin d’amore
punge, se ode squilla di lontano
che paia il giorno pianger che si more.

Divina Commedia/Purgatorio/Canto VIII

But that is not how we roll.

Quindi, grazie Ravenna.
Thank you.
Teşekkürler.

Le foto: Alessandro Renda & non-scuola/Teatro delle Albe e foto in copertina fatta durante la festa a Betul

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