Futuri ingegneri in Cina

di Francesca Evangelista e Francesca Merli

 

Il racconto di Francesca Evangelista e Francesca Merli, due dei quattro studenti in Historic Buildings Rehabilitation, curriculum internazionale di Ingegneria dei processi e sistemi edilizi,  che da Ravenna sono partiti alla volta di Shanghai per frequentare un anno di studi alla Tongji university, tra aneddoti, difficoltà e nuove avventure.

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Francesca Evangelista e Francesca Merli durante un momento conviviale

“Descrivere questa esperienza in poche righe non è facile – spiega Francesca Evangelista – ci sarebbero centinaia di aneddoti di cui parlare.
Ad oggi mi viene da dire che la Cina non è Paese adatto a tutti per via dell’igiene, del cibo, della sanità, della pericolosità, della bassa qualità della vita.

Indubbiamente è un’esperienza fortissima che permea nel tuo essere insieme all’olio delle fritture dei cinesini che ti circondano!

La Cina è un altro mondo. Non un altro Stato.

Un operaio cinese incurante dell'altezza

Un operaio cinese incurante dell’altezza

L’università è stata grande nel darci questa opportunità di studio, di vita e si spera anche di lavoro.
Entrando nel 4°mese che siamo qui, sì è vero, mi sono ambientata e vorrei dire che va sempre meglio ma in fondo continua ad essere dura.
Qui anche la cosa più semplice come andare in posta è complessa per via della lingua.
Shanghai è una metropoli per nulla a misura di uomo pertanto è veramente stancante! C’è poco sole, molto smog acustico, polveri sottili da bollettino rosso e pochi parchi.
La città è fatta in modo che tu corra sempre. E produca sempre.
E’ proprio vero che non dorme mai.

Questo semestre abbiamo avuto solo una materia di ingegneria perché le altre materie inizieranno nel secondo ciclo quindi non posso pronunciarmi sul programma.
L’avvio della tesi è stato un casino e tutt’oggi sinceramente non so se ne usciremo ‘vittoriosi’, ma non demordiamo nella prospettiva del doppio titolo di laurea valido sia in Italia che in Cina.

Amici nuovi, sì, diversi e mi riempiono il cuore!
La Cina è una bella avventura.
Per pochi guerrieri, ma bella!!”

Francesca Evangelista


 

Aeroporto d Bologna, settembre 2015: “Dai mamma, non piangere non vado mica in Cina”.

Questa è stata una delle ultime battute scambiate da Francesca Merli con i genitori per cercare di rendere meno drammatico il fatidico ‘ultimo saluto’, prima di salire sull’aereo che l’avrebbe portata dall’altra parte del mondo.

Francesca Merli e Francesca Evangelista a Shanghai con gli altri studenti del corso HBR

Francesca Merli e Francesca Evangelista a Shanghai con gli altri studenti del corso HBR

“Nel nostro immaginario -spiega –  la Cina è talmente lontana che non si riesce a definire una distanza. A causa delle molteplici differenze come la lingua, la fisionomia del viso, il cibo, la cultura, il paesaggio, il clima, il carattere, le regole e i valori, ho capito che la Cina si trova su altro pianeta.

Pertanto adattarsi, trovare un proprio posto e costruirsi la routine è stato davvero difficile. Uscire di casa ogni mattina per andare all’università vuol dire sfidare centinaia di motorini impazziti, scansare agilmente ‘lo sputo libero’ del muratore e rimanere zen in mezzo ai frastuoni di una grande metropoli come Shanghai.

Francesca con una signora del posto

Francesca Merli in versione ‘turista’

Nei primi mesi, le difficoltà sono state tante tra cui compilare un mare di documenti per l’università, ottenere il visto da studenti, trovare i vari uffici sparsi per la città e soprattutto, TROVARE UNA CASA.
Fortunatamente in terra cinese la professoressa Tang (per noi ‘mama Tang’), ci ha accolto con affetto materno ed è sempre stata pronta a supportarci nel momento del bisogno. Con lei abbiamo trovato dei fratelli (Lei e Yong) pronti a trasformarsi in traduttori simultanei per riuscire a comunicare con il mondo reale.

Shanghai è una città impegnativa e difficile da vivere, ma giorno dopo giorno ne apprezziamo sempre di più le diversità, diventando un po’ più occhi a mandorla anche noi. Adesso siamo alle porte del capodanno cinese e molti studenti, se non tutti, torneranno nelle rispettive hometown e quindi, per questo mese, avremmo l’opportunità di rivestire i panni da turisti e scoprire i quartieri più caratteristici di questa metropoli”

Francesca Merli

 

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