Gli umarells archeologi a Ravenna

di Massimiliano Venturelli

 

Sono uno studente di Conservazione di beni culturali, potete immaginare cosa ho provato nel sapere che avrei potuto assistere al riaffiorare di un pezzo di quella che era l’antica Ravenna. Sto parlando dei resti dell’antica Chiesa di Sant’ Agnese, ritrovati proprio qui, sotto ai nostri occhi, in piazza Kennedy.

Scavi chiesa di S.Agnese

Scavi chiesa di S.Agnese

E l’emozione non è soltanto mia, dato che la zona è continuamente affollata di persone che seguono lo scavo, come a incoraggiare gli ‘amici’ archeologi a dare il meglio di loro stessi per portare alla luce questo patrimonio che appartiene a tutta la città.

Ma c’è una particolare categoria di spettatori che più di tutte ha attratto la mia attenzione: si tratta di quelli che da queste parti chiamano umarells, per lo più pensionati che in genere presenziano ai cantieri o lavori in corso, e che in piazza Kennedy hanno trovato pane per i loro denti; seguono minuto per minuto il riaffiorare dei reperti e, quel che è più buffo, si lanciano in incitamenti da vera tifoseria da stadio.

Da queste parti in pratica si può avvertire la stessa tensione di un match di calcio: i soliti tre vecchietti prendono posizione nella ‘curva Fellini’ e aspettano impazienti l’inizio dei lavori; altri tre si impossessano dell’unica panchina rimanente commentando animatamente. L’atmosfera si fa calda: chiunque transiti davanti allo scavo aspetta che qualcosa venga fuori da quella chiesa, sembra questione di momenti, anche solo una briciola di pietrisco può bastare per rendere tutti felici.

Ogni volta che passo di lì (due volte al giorno), gli umarells vigilano: la cosa più buffa è sentire ripetere sempre gli stessi discorsi, parlano continuamente di questo reperto antico, c’è pure chi esagera decisamente, fingendosi professorone di storia dell’arte: “Per me quela la nè miga una cisa! (tradotto: per me quella lì non è una chiesa!)”. Ma gli umarells godono di una specie di immunità, a loro tutto è consentito. Tra le domande che sorgono intorno allo scavo, questa è ricorrente: “E adess sa farai? (E adesso cosa faranno)”. Ci pensa Celso a rispondere: Tot sto casèn por una cisa? Ma bota zo tot! (Tutta questa confusione per una chiesa? Ma buttate giù tutto)”.

Per ora continuiamo a ‘scavare’ insieme a loro nell’attesa che qualcosa di nuovo venga scoperto.

Gli umarells ci sono. Questa è una certezza!

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