Prova a volare

di Michela Casadei

“Un giorno un professore mi ha detto: tu sei molto bravo, non sbagli mai, e come tanti bravi, un po’ cauti, sai ripetere i miei insegnamenti. Invece devi volare. Forse cadrai, ma se ti rialzi, poi camminare non ti basterà più”.

Un monito a fare meglio e di più. A pensare con la propria testa, osare e soprattutto spingersi in alto.

Tra i maggiori giuristi al mondo, professore alla Yale University e inventore dell’analisi economica del diritto: Guido Calabresi ha rivolto queste parole ai giovani studenti del Campus di Ravenna. Parole che fanno vibrare corde, muovere emozioni.

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“Io sono vecchio, con i miei studi ho indicato alcune strade; a voi il compito di percorrerle. Il futuro spetta a voi. Il vostro compito è di creare cose belle, che rendano la società migliore”.

È con questa speciale ‘investitura’ che il grande giurista, cinquanta lauree honoris causa nelle università di tutto il mondo, ha aperto la sua lectio magistralis a Ravenna. “A voi che studiate il diritto, dico che la Giurisprudenza è uno strumento molto potente, può portare al bene, ma anche al male, oppure anche sortire a niente. Io penso che dovreste sempre chiedervi come usare i vostri studi e muoverli a fin di bene, per rendere il mondo migliore”.

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A maggior ragione negli scenari odierni, all’indomani degli attacchi terroristici di Parigi, di fronte a orizzonti di massima tensione: “La violenza porta sempre più a violenza e il pericolo che l’esigenza di salvaguardare un Paese faccia oltrepassare certi limiti è sempre reale. Un esempio è la tortura, avviata dagli Stati Uniti dopo l’11 settembre. Così vince chi vuole attaccare i valori democratici. Spetta al diritto dire no, reagire entro i limiti di decenza e moralità”.

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La lezione di Calabresi a Ravenna ha arricchito un po’ tutti. E non solo per le fini teorie scientifiche esposte in questa occasione, che sono poi quelle che hanno reso questo giudice statunitense ultraottantenne di origini lughesi celebre in tutto il mondo, ma soprattutto per l’insegnamento di umiltà e umanità che ha regalato, come solo ogni buon maestro sa fare.
Grazie prof.

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