Io sono sempre stata così, quella delle seconde opportunità. Alle superiori avevo scelto lo scientifico per poi cambiare dopo poco; il primo di Università volevo fare la veterinaria, ma poi ho capito che non faceva chiaramente per me.
Alla fine la strada è arrivata da sola. Come un disegno che ti si materializza davanti. E così è andata anche con il lavoro che ho scelto e deciso sarebbe stato il mio.
Difficile ancora oggi spiegare cosa faccio: alla nonna dico che lavoro con il computer, alla mamma con internet, a voi dirò che curo progetti di comunicazione, li promuovo attraverso il mondo del web e ‘insegno’ alle aziende a comunicare online.
Tutto è iniziato quando ho cominciato a desiderare fortemente scrivere. Si arriva ad un momento della vita in cui ci si sente sufficientemente maturi da preoccuparsi del futuro, ma con occhi sognanti. Io sognavo di fare la giornalista. Mi immaginavo alla scrivania, una cornice con la foto dei miei figli e un cane, il profumo della piantina di lavanda, che avrei appoggiato accanto al computer, rigorosamente Apple.
Di tutto questo, sono riuscita ad avere solo un computer della Apple, per i figli ci lavorerò, ho scoperto di non avere il pollice verde, quindi niente piantina di lavanda, ma soprattutto ho scoperto che l’editoria stava affrontando un momento molto duro.
Dopo vari tentativi tra giornaletti locali e riviste, ho saggiamente deciso di dirigermi verso altri lidi, forse più proficui, forse solo più nelle mie corde. E così, qualche anno fa, ho scoperto il mondo del web, dove sembrava esserci posto per tutti, dove pareva esserci libertà di opinione, di pensiero e di scegliere. Proprio sul web ho trovato il modo di fare quello che mi piaceva: comunicare in modo efficace.
La genesi di tutto però è stato il tirocinio del progetto Lavoro cerca Università, durante il quale ho avuto molte possibilità, maturato contatti lavorativi, raccolto contatti che poi sarebbero diventati buoni amici, incontrato persone motivate e capaci. Non sono stata assunta dall’azienda di comunicazione in cui ho svolto il tirocinio, no. Ma da qui è partito tutto e non poco: credetemi quando dico che Lavoro cerca Università mi ha illuminato, fatto vedere in modo molto più chiaro, come quando ti si appannano gli occhiali ed arriva un santo con una salviettina in mano.
Un nome azzeccato quindi, perché il lavoro ha effettivamente trovato me.
Ma non solo, c’è da dire che avevo anche una retribuzione, cosa attualmente non scontata per un tirocinio. Questo mi ha permesso subito di dare valore al mio operato, di non svendere il mio tempo. Di fare quella che mi piace chiamare una gavetta ragionata.
Se ve lo consiglio?
Lo farei altre cento, mille volte. E voi fareste qualcosa che potrebbe spianarvi la strada verso un futuro lavorativo?
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