Baap, la tribù che vuole condividere cultura

di Tribù Baap

Tribù Baap, Baap come Beni Archeologici Artistici e del Paesaggio. Come il corso di laurea che hanno frequentato a Ravenna. Così Federica Macrì, Giulia Miraglia, Lapo Viligiardi, Pietro Marini, Rossella Piraneo e Viviana Piraneo hanno voluto chiamare la loro associazione di promozione sociale.

“Siamo tutti studenti ed ex studenti del corso di laurea magistrale Beni archeologici, artistici e del paesaggio: storia, tutela e valorizzazione (per gli amici BAAP). Veniamo da diverse regioni italiane ma ci siamo trovati a Ravenna proprio grazie ad Unibo e oggi collaboriamo per condividere la cultura in città ma non solo.

Lo scorso anno, tra un drink e l’altro durante una delle nostre serate, nasce l’idea di organizzare una mostra d’arte così da mettere in atto quanto appreso in questi anni di studio. Fondiamo il nostro collettivo chiamandolo Tribù (come ci siamo sempre definiti scherzosamente) Baap (dal momento che è stato proprio in quel corso di laurea che ci siamo conosciuti). Veniamo tutti da formazioni triennali differenti ed è proprio questa diversa formazione precedente che è diventata il nostro punto di forza. Infatti, all’interno di Tribù Baap abbiamo modo di imparare l’uno dall’altro e crescere professionalmente.

Lo scorso gennaio abbiamo inaugurato la nostra prima mostra “Questi sogni assurdi” presso PR2, spazio espositivo del Comune di Ravenna. Avendo lavorato alla mostra per quasi un anno, riuscire infine ad inaugurarla è stata un’enorme emozione.

Oggi possiamo confessare che l’idea per questo tema è nata dalla disperazione! Non riuscivamo a trovare un tema per la mostra che ci piacesse e che riuscisse ad accomunare gli artisti con cui stavamo collaborando. Ed è stato nel pieno del delirio che è nato lui: Eugenio Ribucchi. Chi è? Nessuno! Abbiamo inventato un personaggio e la sua storia e, collaborando con gli artisti, pezzo dopo pezzo abbiamo definito la sua identità. Durante la prima settimana di mostra abbiamo fatto credere al pubblico che le opere esposte fossero in realtà gli oggetti appartenuti a quest’uomo vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900, per poi rivelare l’inganno solo a partire dalla seconda settimana. È stato divertente dar vita a questo progetto ma allo stesso tempo molto stressante: un tema del genere necessitava la cura di ogni dettaglio affinché potesse apparire credibile.

Questa esperienza ci ha consentito di conoscere meglio il contesto culturale ravennate ed entrare in contatto con realtà come: l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, Cioccolato Creativo di Nicoletta Rustici, associazioni come UniversiRà e Cocci Rotti, ma non solo. A mostra conclusa, con maggiore consapevolezza, scegliamo di fondare la nostra associazione, con l’obiettivo di condividere la cultura a Ravenna collaborando e non collidendo con le realtà già presenti nel territorio, come abbiamo già voluto dimostrare in occasione della mostra. Crediamo infatti nell’arte come punto di incontro e confronto fertile, come arricchimento e occasione di accrescimento. I diversi eventi che abbiamo in programma, nonostante le differenti tematiche e le diverse sedi che interesseranno, anche al di fuori del territorio di Ravenna, saranno legati dal comune obiettivo di proporre stimoli e spunti di riflessione trasversali tra arte e attualità”.

Commenti

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  1. very informative articles or reviews at this time. moviesbox.net