Dalla mia prima Reflex in poi

di Michela Casadei

Dai primi progetti avviati ai tempi dell’università, agli incontri con i fotografi e gli artisti che hanno segnato il suo percorso. Emiliano Biondelli, classe ’76, racconta come è nata la sua passione per la fotografia. Ai giovani che sono oggi studenti e sognano la carriera artistica suggerisce: “Siate coraggiosi, uscite dall’Italia” e ci sembra di leggere nelle sue parole: “credete in voi stessi”.

Emiliano, tu ti sei laureato a Ravenna, quale è stato precisamente il tuo percorso formativo?
Mi sono laureato in Conservazione dei Beni Culturali, indirizzo Storico Artistico, Area Contemporanea. Il mio percorso formativo era incentrato soprattutto sulle materie legate all’arte e alla comunicazione contemporanea.

Che ricordo hai dell’università e di quegli anni?
L’università a Ravenna in quegli anni era quasi a gestione ‘familiare’, c’era tanta energia e tanta voglia di fare. Una generazione che sentiva l’arrivo dell’imminente OLOCAUSTO generazionale (intendo una strage di intelligenze costrette a fare i baristi o i ragionieri nei casi più fortunati, nonostante gli studi) e che sapeva che avrebbe avuto non pochi problemi a trovare un lavoro attinente agli studi completati. Ricordo che nel 2003 la situazione non era quella di oggi: c’erano pochissimi computer a disposizione a Palazzo Corradini, Internet era un privilegio limitato a 30 minuti al giorno, poiché si poteva accedere ad una sola postazione (senza WiFi). Ci si sentiva abbandonati e pigramente rassegnati (come generazione) e c’era l’abitudine ad accanirsi contro una burocrazia spesso cieca e sorda, senza tuttavia mai cercare un vero dialogo per risolvere problemi del quotidiano; il contesto che gli studenti alimentavano nel complesso, aiutava a farsi forza e a sperare nonostante i segnali fossero chiarissimi. Bisogna anche dire che fu la presenza dell’università a stimolare quella crescita culturale di cui la città aveva davvero bisogno e che poi è sfociata nella positiva candidatura a capitale europea della cultura. Una città chiusa e periferica cominciava ad attrarre giovani da tutta Italia che hanno portato una nuova energia.

Quando e come è nata la tua passione per la fotografia?
La passione per la fotografia è sempre stata presente, ma non ho mai avuto il coraggio di comprare una fotocamera (troppo costose per me), poi quando lo feci comprando la mia prima reflex professionale ho fotografato compulsivamente di tutto.

Quali le tappe fondamentali di questo tuo percorso? Per noi sei uno che ce l’ha fatta, è così?
L’incontro con Filippo Molinari fu il primo step, grazie a lui capii meglio come sviluppare un progetto fotografico di ritratti, poi dopo il progetto fotografico T*, promosso dal Comune di Ravenna, ho capito che la macchina fotografica per me non era un mezzo per  produrre belle immagini, ma un media influente e volevo capire il come e il perché. Non sono uno che ce l’ha fatta, sono uno che continua a provarci, con tutte le nevrosi del caso.

Vivere e crescere a Ravenna è stato più un vantaggio o più uno svantaggio per la tua affermazione in campo professionale -artistico?
Ravenna è una piccola città che tuttavia mi ha offerto delle occasioni, in particolare l’unica persona che si è sempre e davvero interessata ai giovani artisti cercando di aiutarli a realizzare piccoli progetti è stata Raffaella Sutter del Comune di Ravenna. Dalle esperienze con Raffaella e con Silvia Loddo (storica e critica della fotografia, conosciuta ai tempi dell’università) è partito e cresciuto il mio rapporto con la fotografia, contaminato dagli studi che feci all’università qui a Ravenna e in particolare grazie ad incontri illuminanti come quello con Francesco Spampinato (allora studente ora docente negli USA) o Flaminio Gualdoni (docente a Ravenna e all’Accademia di Brera).

Cosa ti senti di dire o di consigliare a chi è uno studente universitario oggi e ha una passione come la tua in campo artistico?
Vorrei consigliargli di non essere pigro e di essere un po’ coraggioso, partendo per un Paese qualsiasi all’estero, in particolare in nord Europa o in nord America. L’artista è un professionista stimato ovunque (quando è davvero un professionista) tranne che da noi purtroppo. Gli consiglierei di non lavorare mai gratis, al massimo per 6 mesi/un anno nella vita. Stages e tirocini dopo i trent’anni sono una presa in giro, anzi un’umiliazione a cui non ci si deve sottoporre. Questo aiuta anche ad assumersi maggiori responsabilità e a crescere professionalmente.

Quali sono i lavori che ti hanno più emozionato o che più ti rappresentano?

Ogni lavoro che faccio mi emoziona e certamente in qualche modo mi rappresenta, l’ultimo devo dire che mi rappresenta di più, si tratta di un breve film, intitolato Comparative analysis: 1) underground & water 2) surface (nome ahimè complicato)  di 15 minuti, diviso in due parti e girato a Milano nonché sviluppato insieme a Valentina Venturi, come gruppo NASTYNASTY©.

A cosa stai lavorando in questo momento e quali sono i tuoi progetti futuri?
Sto lavorando ad un progetto sui Tuners (coloro che customizzano le auto trasformandole in oggetti simili ad astronavi), partito dalla Romagna e ad una nuova collaborazione con artisti giovanissimi ma bravissimi come i The Cool Couple, insieme a Valentina Venturi e Lorenzo Tricoli.

Sogni nel cassetto?
(avere il coraggio di) Trasferirmi in montagna ed imparare a vivere con pochissimo.

 

Biografia

EB nasce a Ravenna nel 1976 e si laurea in Conservazione dei Beni Culturali nel Dicembre 2003. Ha lavorato come guardasala e addetto bookstore in musei ravennati (MAR, Fondazione RavennAntica) e contestualmente ha avviato la sua attività di fotografo. Dopo alcune collaborazione in particolare con il Comune di Ravenna (ass.to Politiche Giovanili) avvia con Valentina Venturi un progetto editoriale, blisterZine volto a promuovere il libro d’artista come opera in fiere specializzate in Italia e all’Estero (in particolare OffPrint a Parigi e ArtBook Fair a New York). La sua ricerca fotografica, anche nelle collaborazioni con Valentina Venturi nel gruppo NASTYNASTY©, ha come focus la grammatica fotografica stessa e l’analisi del potere che le immagini fotografiche sono in grado di esercitare sull’essere umano.

Nella galleria fotografica alcuni lavori di Emiliano Biondelli

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Orari di ricevimento
dal lunedì al venerdì 8.30 - 14.30