Super Roberto

di Michela Casadei

 

Alzi la mano chi di voi non ha mai avuto a che fare con Roberto Merloni. Se avete studiato a Ravenna, non potete non conoscerlo.

Roberto Merloni

Roberto Merloni

Enciclopedia ‘umana’ dell’università, conoscitore senza eguali del campus ravennate, dispensatore di ogni tipo di informazione su corsi di laurea, servizi e lui solo sa cosa altro ancora.

Praticamente l’uomo – università a Ravenna. Una istituzione insomma.

Con quasi trent’anni di impeccabile attività, prima come segreteria studenti quando ancora era in via Luca Lunghi a palazzo Rasponi; oggi come Ufficio Relazioni col Pubblico nella sede di via Baccarini.

“Ho preso servizio a Ravenna nel dicembre del 1987. Erano gli anni in cui partiva l’avventura dell’università qui in città e nasceva il primo decentramento dell’Ateneo di Bologna”.

“Sì Sì – racconta con non celato vanto – siamo stati noi i veri pionieri del decentramento in Romagna, tutti gli altri sono venuti dopo. E l’idea è stata di Giannantonio Mingozzi, allora assessore alla Pubblica istruzione”.

“A quel tempo almeno una volta alla settimana prendevo la mia borsa e andavo a Bologna. Non c’era niente di informatizzato, i documenti si compilavano per la maggior parte ancora a mano, non esisteva l’autocertificazione on line. E a me toccava il compito di fare da corriere per ritirare e consegnare certificati, diplomi e documentazione varia da o per gli studenti a Ravenna”.

“Sono passato da più di una ‘rivoluzione’ amministrativa, oggi si lavora molto diversamente, tutto è migliorato, più snello e veloce. Tutto è cambiato”.

Lui no, però, lui è sempre lo stesso: continua a dare del ‘lei’ a qualsiasi studente si presenti a chiedere informazioni (“Non è per tenere le distanze, ma solo un principio mio di educazione”, sostiene), è efficiente a dei livelli sovrumani (“è che sono curioso – spiega – e mi piace tenermi informato su tutto), offre un servizio impeccabile (“se non riesco a risolvere un problema, non sono contento e me ne faccio carico”) ed è super amato da tutti (“mai avuto problemi con i colleghi e tanto meno con gli studenti”).

E pensare che era quasi convinto di fare l’agente municipale, poi l’università l’ha spuntata.

Per fortuna, caro Roby!

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