L’eccitazione è stata la costante di questi due giorni! La giornata di lunedì comincia con quella piacevole sensazione di orecchie tappate, tipica dei viaggi su un treno ad alta velocità. Ma questa volta il viaggio diretto a Roma è sponsorizzato dalla Scuola di Giurisprudenza. E tutto ha un altro sapore.
Arrivati a Termini c’è trepidazione per la visita in Senato, tutti sono preoccupati di rispettare l’orario di incontro. L’autobus arriverà? Passa ogni dieci minuti, fantastico! Siamo piazzati. Di corsa agli alberghi e dopo aver agguantato un panino, dritti al Bar del Senato. Ci dirigiamo al cancello sul retro di palazzo Madama, radunati attorno al professor Michele Lupoi e alla nostra guida, coi nostri tailleur e completi giacca&cravatta, ci pervade un senso di elitaria onnipotenza: siamo un gruppo di giovani giuristi, studenti della laurea magistrale in Giurisprudenza a Ravenna, pronti a immergersi nell’atmosfera delle istituzioni!
Il nostro Cicerone è un uomo distinto e formale, che per semplicità comunicativa e analogia col personaggio cinematografico, abbiamo battezzato ‘Alfred’. Degno di nota, l’incontro con Francesco Rutelli, che abbiamo visto attraversare il cortile d’onore in prezioso marmo verde…che dire, il capello lungo e qualche chilo in meno gli donano. Si entra a Palazzo Madama! Difficilmente rivedremo tanto oro e legno massiccio in una sola stanza (ma anche in un solo edificio!).
Dopo aver percorso svariati metri di parquet e tappeti pregiati e aver costeggiato pareti ornate di arazzi fiorentini, giungiamo finalmente all’aula del Senato. Purtroppo o per fortuna priva dei suoi membri. È l’occasione per sedere dove solitamente posano le membra ben più importanti personalità. Qualche audace sbirciatina dentro i cassetti del proprio banco: progetti di legge, fazzoletti, penne, tutti rigorosamente lasciati intatti al loro posto. All’uscita, un caffè col docente e poi… i giuristi ravennati a piede libero per le vie di Roma, con tutta la bellezza del mondo a un tiro di schioppo.
A piede libero almeno fino a sera, quando ci riuniamo tutti insieme per una cena in Piazza Navona da Lorenzo. Tra buon Brunello, cacio, pepe e amatriciana, si condividono gossip, ci si conosce meglio, si ride tutti in cerchio attorno al dungeon master, il prof. Michele Lupoi. Poi una passeggiata sul Lungotevere, sullo sfondo San Pietro, Castel Sant’Angelo e la Suprema Corte di Cassazione, l’attesissima tappa del giorno successivo, che si specchiano sul Tevere come in un quadro romano di Renoir. Dell’aperitivo di mezzanotte a Borgo Pio rimarrà la corsa forsennata del sottoscritto sig. Proietti per la via deserta, a dimostrazione del suo amore per la ‘Maggica’, di cui ha acquistato una maglietta come ricordo.
E’ martedì mattina, si va in Cassazione, finalmente! La meraviglia e la trepidazione sui nostri volti appaiono a occhi estranei le stesse che avrebbe un bambino alla porte di Disneyland. Lo stile liberty dell’aula delle Sezioni unite ci magnetizza mentre assistiamo a decine di casi perorati davanti alla Suprema Corte, come il ricorso Squarciafichi vs A.t.a.c. .
Dopo esserci deliziati con questo assaggio di elitaria vita giuridica, abbiamo la sensazione che il palazzo non voglia più farci uscire. Forse troppo affezionato a questi giovani giuristi in erba. Con la benedizione della Suprema Corte ora Roma è nelle nostre mani, come una succosa mela pronta per essere assaporata. Ognuno con il proprio fidato compagno, fa proprio un angolo di questa città da portare con sé sul lucente Freccia rossa che nel tardo pomeriggio ci riconduce a casa.
Foto in copertina: la Suprema Corte di Cassazione
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