Ravenna come una madre per me

di Rockline Kwaye

Sto scrivendo questo articolo mentre rientro a Verona, la città in cui abito con la mia famiglia, ripensando alle mie esperienze di vita a Ravenna. Mentre cerco di dare un senso a tutti i sentimenti che provo, mi sconcerta sapere che alcuni guardano dall’alto in basso le piccole città. Si dice: “Non giudicare un libro dalla copertina, guardaci dentro e scoprilo” e io penso che sia proprio così.

 

Quando sono stata ammessa alla magistrale I-CONTACT, non mi piaceva l’idea di studiare nel Campus di Ravenna, perché non era l’ambiente dove avevo sognato di proseguire i miei studi, soprattutto in termini di configurazione e architettura della città. So che molti non saranno d’accordo con me, ma gli edifici antichi non erano davvero il mio genere. Sono sempre stata attratta da stili più moderni, finché non ho deciso di fare un salto nel vuoto, avendo fede che qualcosa di buono sarebbe nato dalla mia decisione di vivere a Ravenna. In fondo, non è stata propriamente una mia scelta, ma sentivo che qualcosa mi stava indirizzando verso questa città e che dovevo fare questo passo.

Ravenna è stata la città migliore in cui abbia mai vissuto…e questo è dire poco…. nessuna parola può spiegare quello che provo veramente per questa piccola città. Purtroppo, però adesso la devo lasciare. La vita è piena di scelte. A volte facciamo scelte che non rispecchiano esattamente quello che vogliamo, a un certo punto della nostra vita le scelte devono essere fatte considerando tutti i pro e tutti i contro, soppesando attentamente tutte le opzioni che abbiamo, non possono essere solo basate su quello che desideriamo fare. Perciò, anche se mi dispiace davvero dover lasciare Ravenna, so che questa è la cosa migliore per me adesso.

Sono venuta a Ravenna principalmente per studiare, ma quello che ho ottenuto è molto più che completare i miei studi. Ravenna, per me, non è stata solo un luogo di studi, ma anche un luogo di porte aperte e di opportunità. Ravenna, è come una madre, che cresce i suoi figli e fa in modo che diventino persone migliori. Riconosce i principianti e rende esperti. Nel mio dialetto (io sono originaria del Ghana), c’è un detto che dice “obrapa gya Owura kwan” che significa “una buona vita o un buon comportamento accompagna il suo proprietario”. Nella vita raccogliamo ciò che seminiamo. Questo non significa che chi vive una vita dura, piena di brutte esperienze, ha sicuramente fatto qualcosa di sbagliato o ha diffuso il male attorno a sé. Ho avuto anch’io dei giorni difficili, ma una cosa che ho compreso è che quando sei determinata e continui ad andare avanti, riuscirai a oltrepassare l’ostacolo e raggiungere il tuo obiettivo.

Molte persone mi sentono dire che amo Ravenna e si chiedono il perché. La prima ragione per amare Ravenna sono le persone che la abitano. Qualcuno che, come nel mio caso, è immigrato nel nord Italia, sarà d’accordo con me sul fatto che alcune persone del nord non sono così aperte agli immigrati come le persone che ho incontrato a Ravenna. Ci sono chiaramente persone del nord Italia che sono molto aperte e ravennati che sono chiusi, ma dopo la mia esperienza, posso affermare che mi sono trovata meglio a Ravenna che altrove.

Pensando alle esperienze che ho vissuto a Ravenna, mi siedo qui a pensare se potrò mai riviverle. Ravenna mi ha permesso di crescere, come nessun posto aveva mai fatto prima: grazie agli incontri avvenuti in questa città ho migliorato le mie capacità di recitazione. Ho sempre desiderato avere l’opportunità di esibirmi. Dopo che io e la mia amica Amanda, abbiamo deciso di creare un gruppo teatrale, è iniziato un nuovo viaggio per esprimere i miei talenti. Ho imparato a scrivere sceneggiature, a recitare e a esibirmi in pubblico, insieme ad altri colleghi, ho realizzato costumi di scena partendo da zero. Esibirci era il nostro modo di promuovere i diritti umani e il patrimonio culturale, partecipando al Festival delle Culture di Ravenna e ad altre iniziative. Ho preso parte a diverse tavole rotonde per parlare di immigrazione, mi sono esercitata a parlare in pubblico, rappresentando chi una voce non ce l’ha. Anche se non parlo fluentemente l’italiano, il Comune di Ravenna mi ha accolto e mi ha permesso di svolgere un tirocinio presso di loro. E questo è solo un piccolo assaggio di ciò che ho fatto a Ravenna, potrei andare avanti per ore.

Attraverso queste esperienze, ho scoperto cose su di me che non sapevo. Ravenna, mi ha dato uno spazio per crescere e costruire il mio futuro. Posso solo sperare che la mia prossima destinazione faccia lo stesso. Sono molto grata per le mie esperienze. Una cosa di cui sono certa è che la persona che sta tornando a casa non è la stessa di quando sono partita, è una ragazza sicura di sé che fa ciò che desidera, che crede nei suoi diritti, che esplora i suoi talenti e vive la vita che si merita. Guardando avanti, spero che la vita là fuori mi dia ancora più opportunità rispetto a quelle che mi ha dato Ravenna. Non sogno di tornare indietro, né di restare la stessa, sogno di crescere. Se Ravenna fosse una persona, la ringrazierei personalmente. Sono grata a Dio per avermi assistito e per avermi regalato giorni luminosi. Ci sono stati momenti difficili, ma quelli migliori sono decisamente più luminosi. Spero che tutti coloro che vivranno, anche solo per un po’, a Ravenna, saranno grati come me delle esperienze che questa città saprà dargli.

 

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